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Scalpellini

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William Turner, A Sailing Boat off Deal, 1835

 

Hanno cercato di scolpire il vento.

Lo inseguivano con taglienti stretti in pugno

abbozzando forme grezze con la subbia -

così per dire d'una conca vuota, originaria.

Lo scalpello ne incideva poi le parti

in piccole misure delicate e multiformi,

a ognuna dando nome e codice corretti,

minuziosi. Delle appendici facevano gargoyle

fantastici e mostruosi, solo per necessità.

 

Un respiro profondo e sovrastante di vela

silenziosa, randa d’albero maestro,

planava  alto, sereno, noncurante.

  

 

 

 

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 Alberto Becca - 07/10/2017 18:49:00 [ leggi altri commenti di Alberto Becca » ]

Scolpire il vento è una metafora o una illusione ? E’ una vittoria o una incombente sconfitta ? E’ un tentativo o un metodo ? Le vele che danno moto alla imbarcazione del nostro esistere attendono venti potenti, ma spesso si appalesa una calma piatta, una bonaccia che si fa incombente e impellente, un silenzio fisico che anticipa il silenzio metafisico. E’ una lirica molto apprezzabile perchè con brevi ma incisivi tratti apre il lettore ad intraprendere un lungo (e tortuoso) viaggio interiore. Complimenti

 Giovanni Baldaccini - 07/10/2017 11:47:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Possiamo razionalizzare quanto vogliamo, costruire tutte le forme filosofiche che riusciamo a concepire, indagare le particelle elementari nel minimo impossibile del mondo con gli occhi della fisica moderna, possiamo tutto quello che possiamo con la nostra hybris onnipotente, ma non riusciremo mai a definire il sentimento panico dell’esistere, quel nostro piccolo ma significativo viaggio sulle onde della vita. Alla fine, "Un respiro profondo e sovrastante di vela
silenziosa, randa d’albero maestro,
planava alto, sereno, noncurante."

Non potrà essere che così, almeno spero.
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